30/08/07

W l'Italia diretta

Mertedi scorso è andata in onda la puntata di "W l'Italia diretta" da uno dei campi militari degli italiani in missione Unifil in Libano.
Belle emozioni, informazione puntuale e che ha ricordato un po' a tutti quel che è accaduto e accade in questo bellissimo paese (a parte il markettone della Rai allo stato italiano...).

Hanno pure pubblicato la mia mail il giorno seguente:-))

Per non dimenticare!

Le mani sulla città

Lecco non è più la mia città. Da un po' di tempo.
Non mi appartiene, non la sento mia. La stanno snaturando, l'attività maggiore è colare cemento appena c'è uno spazio libero. Case, case, e ancora case. Casermoni più che altro. Piani su piani, che deturpano il paesaggio.
Mi chiedo se mai venderanno tutti gli appartamenti che stanno costruendo. E mi chiedo quale sia il progetto di chi dà il lasciapassare a tutto questo.
Lecco non è in espansione, si è fermata qualche anno fa. I servizi non aumentano, le strade non migliorano (al massimo peggiorano), i prezzi sono alle stelle. Perciò ci ritroveremo tra poco ad avere ancora più traffico e inquinamento, a essere in coda per ore negli uffici pubblici, a impazzire letteralmente per trovare un parcheggio, e via di seguito.
Mi chiedo: che lungimiranza hanno i politici della mia città? A me sembra che l'unico obiettivo sia quello di accontentare gli imprenditori della zona. Chissà se pensano ai cittadini, alla vivibilità e ai servizi offerti da una città.
Ma ormai, ovunque mi giri a Lecco, vedo solo soldi. Soldi appiccicati sull'altare delle chiese, soldi che galleggiano nel lago, soldi incastrati tra i cubetti di porfido delle vie del centro. Banconote sugli occhi dei lecchesi, che impediscono di vedere. Non disprezzo i soldi, e non ho nulla contro coloro che ne hanno anche molti, se guadagnati onestamente ed eticamente. Ma stiamo davvero esagerando, e forse perdendo di vista gli obiettivi necessari e prioritari...

28/08/07

Ancora...

25/08/07

MALMOSTOSO

Incredibile. Ho sempre pensato che il termine "malmostoso" fosse dialettale. Perlomeno, la maggior parte delle persone (soprattutto non delle mie parti) non ne conosce il significato (e lì sempre a cercare di trovare le parole corrette per descriverne il senso)..
Ma ieri, inaspettatamente, ho scoperto che è invece una parola utilizzata dall'intera nazione italiana.
Da Magazine del Corriere della Sera del 23.08.07, pag. 33: "...Ha appena registrato un disco interpretando le canzoni della voce meno addomesticata del mondo, quel duro MALMOSTOSO e asociale di Tom Waits". Grazie cara Luisa Pronzato, ora posso navigare un po' più sicura nel mio mare!! O meglio, proseguire sulla mia carrozza del treno...

21/08/07

Non aspetto più

A volte abbiamo la sensazione di bastare a noi stessi. O meglio, la presunzione. O forse è un senso di sicurezza, una sorta di mascherina d'ossigeno sugli aerei: sai che c'è e speri sempre di non usarla. Però il fatto che ci sia ti rende più tranquillo, e nel caso dovessi usarla, non ti fa mancare l'aria. Io adoro i miei amici e la mia famiglia, ma se dovessi pensare di andare via, lontano, senza più vederli nè sentirli, rifacendomi una vita da zero...bhè, penso che potrei adattarmi. E' terribile da dire, però in fondo credo sia davvero così. Non ho qualcosa di particolare a cui sono legata. Tutto cambia, e ognuno pensa sempre più -a ragione- alla propria vita, ai fatti suoi... Incontri e conosci gente che non rivedrai più, che sentirai poco. E sarà una gioia poterli incontrare ancora, però la tua vita prosegue come un treno in corsa, va sempre avanti, e tu sei in carrozza. Inutile aspettarsi quello che non c'è. La certezza è che io ci sono, e questo è il punto di partenza e di arrivo. Sto bene. E non aspetto più.

20/08/07

Terrorismo stragista

Una bomba che esplode in una città europea si chiama terrorismo: una che detona in un villaggio afgano si chiama errore.

I testimoni oculari raccontano ad Al Jazeera che il bombardamento di cui si è parlato stamattina (si parla della bomba Nato del 2 agosto scorso), avvenuto in realtà ieri alle tre del pomeriggio afgano, non ha colpito una "riunione di talebani", come ha detto la Nato, ma ha raso al suolo un mercato nel villaggio di Shah Ebrahem, vicino a Baghran, nell'Helmand settentrionale, causando moltissime vittime civili. Si parla addirittura di 200 morti. Le nostre fonti afgane confermano che i morti sono tantissimi. Ma la Nato ci spiega che nel raid è morto un importante talebano. Forse per i ministri degli esteri della civile Europa un nemico morto vale 200 civili ammazzati sotto le bombe? E' questa la missione dei buoni, la missione Isaf, che viene contrapposta dal nostro ministro degli Esteri a quella cattiva degli Stati Uniti, la missione Enduring Freedom?
Siamo proprio certi che il defunto e orrendo Mullah Dadullah ci farebbe ancora più orrore di un nostro rappresentante di governo, se vedessimo con i nostri occhi i corpi maciullati di 200 tra donne uomini e bambini, colpiti dalle nostre piccole bombe?
Su che base logica o lessicale una bomba che esplode in una città europea facendo decine e decine di vittime civili si chiama terrorismo, mentre una che detona in un mercato del giovedì in un villaggio afgano si chiama deprecabile errore? Qualcuno crede ancora al fatto che non sia nei piani strategici (criminali), nelle intenzioni (criminali), e nella volontà (criminale) dei comandanti militari occidentali e dei loro mandanti politici l'ammazzare ogni giorno svariate decine di civili inermi? Se qualcuno lo crede è stolto. Ma se per caso fosse vero, molto più stolti sarebbero i nostri rappresentanti di governo a non destituire immediatamente i comandanti militari che ogni giorno compiono tali errori.
Ma siccome alla fola dell'effetto collaterale, dello sbaglio, dell'incidente oramai non si può più credere, è venuto il momento di chiamare le cose con il loro nome: terrorismo, azioni criminali. Altro che esportazione della democrazia. Altro che "guerra umanitaria". Terrorismo, azioni criminali: questo è quello che stiamo facendo in Afghanistan, in Iraq, nei teatri di guerra dove le truppe occidentali sono impegnate.
Ma quando anche un tribunale (penale internazionale o divino per chi ci crede) giudicherà i reati di sangue di cui ci stiamo macchiando (perché l'indifferenza e l'omertà sono complici del terrorismo) sarà tardi per chiedere scusa alle migliaia di persone che abbiamo, nel nome della giustizia e di dio, massacrato in questi primi e sanguinosi anni del nuovo millennio.

Maso Notarianni
Da peacereporter.it

19/08/07

Paese che vai...

16/08/07

TG

Torno ancora sull'argomento telegiornali, o meglio sulla scelta della scaletta delle notizie. E ancora si tratta del TG1 delle 20.
Stasera la notizia del terremoto in Perù è stata data alle 20.16. Ci sono stati più di 400 morti, e il servizio credo sia durato nemmeno un minuto scarso... Prima, ovviamente, c'erano stati due servizi sul crollo delle borse (eh si, quando si tocca il portafoglio!!), poi il servizio naturalmente fondamentale delle reazioni dei politici abbronzati in vacanza in seguito alla dichiarazione del buon vecchio Bossi di iniziare uno sciopero fiscale contro il governo (magari era solo una battuta, ma quando non sono cose serie, giù a farla lunga!).
Dopo tutto ciò, la notizia dei 400 morti (che ora sono diventati più di 500) in Perù, che nel servizio sembrava più un ripasso della tettonica a zolle che non un'emergenza umanitaria.

Non intendo aggiungere molto altro, ma non riesco a spiegarmi perchè mi stupisco sempre e di nuovo, nè perchè non ci riesca a fare l'abitudine.
Mannaggia a me che non capisco come gira il mondo, o almeno l'It-alia.

12/08/07

Shukran

Un semplice grazie non può essere esauriente.
Un semplice grazie non può rendere l'idea dell'esperienza eccezionale che ho vissuto, dei volti, dei sorrisi, dell'accoglienza dei Libanesi nei nostri confronti.
Un popolo straordinario, pieno di risorse, e soprattutto che si meriterebbe la pace.
Ed è sintomatico essere stata tra persone di pace per 3 settimane, senza mai vedere uno screzio, senza mai percepire tensione per le diverse religioni, e poi tornare in Italia e assistere sul treno a una litigata davvero imbarazzante tra una coppia di ragazzi.
Forse andiamo troppo di fretta, forse abbiamo troppi problemi e pensieri che ci assillano. Ma quali sono le cose che contano davvero?

Il Libano mi ha insegnato prima di tutto a ricercare la pace in noi stessi. Solo se prima l'avremo trovata, poi sapremo portarla anche agli altri.

Yalla Libano!