30/08/07

Le mani sulla città

Lecco non è più la mia città. Da un po' di tempo.
Non mi appartiene, non la sento mia. La stanno snaturando, l'attività maggiore è colare cemento appena c'è uno spazio libero. Case, case, e ancora case. Casermoni più che altro. Piani su piani, che deturpano il paesaggio.
Mi chiedo se mai venderanno tutti gli appartamenti che stanno costruendo. E mi chiedo quale sia il progetto di chi dà il lasciapassare a tutto questo.
Lecco non è in espansione, si è fermata qualche anno fa. I servizi non aumentano, le strade non migliorano (al massimo peggiorano), i prezzi sono alle stelle. Perciò ci ritroveremo tra poco ad avere ancora più traffico e inquinamento, a essere in coda per ore negli uffici pubblici, a impazzire letteralmente per trovare un parcheggio, e via di seguito.
Mi chiedo: che lungimiranza hanno i politici della mia città? A me sembra che l'unico obiettivo sia quello di accontentare gli imprenditori della zona. Chissà se pensano ai cittadini, alla vivibilità e ai servizi offerti da una città.
Ma ormai, ovunque mi giri a Lecco, vedo solo soldi. Soldi appiccicati sull'altare delle chiese, soldi che galleggiano nel lago, soldi incastrati tra i cubetti di porfido delle vie del centro. Banconote sugli occhi dei lecchesi, che impediscono di vedere. Non disprezzo i soldi, e non ho nulla contro coloro che ne hanno anche molti, se guadagnati onestamente ed eticamente. Ma stiamo davvero esagerando, e forse perdendo di vista gli obiettivi necessari e prioritari...

1 Comments:

At 30 ottobre 2007 alle ore 10:23, Anonymous Anonimo said...

Capisco perfettamente. Puoi immaginarti quanto si amplifichino queste sensazioni in una città come Milano. Quando la normalità lentamente si trasforma in ossessivo imbruttimento e spasmodica banalità.

 

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