16/08/07

TG

Torno ancora sull'argomento telegiornali, o meglio sulla scelta della scaletta delle notizie. E ancora si tratta del TG1 delle 20.
Stasera la notizia del terremoto in Perù è stata data alle 20.16. Ci sono stati più di 400 morti, e il servizio credo sia durato nemmeno un minuto scarso... Prima, ovviamente, c'erano stati due servizi sul crollo delle borse (eh si, quando si tocca il portafoglio!!), poi il servizio naturalmente fondamentale delle reazioni dei politici abbronzati in vacanza in seguito alla dichiarazione del buon vecchio Bossi di iniziare uno sciopero fiscale contro il governo (magari era solo una battuta, ma quando non sono cose serie, giù a farla lunga!).
Dopo tutto ciò, la notizia dei 400 morti (che ora sono diventati più di 500) in Perù, che nel servizio sembrava più un ripasso della tettonica a zolle che non un'emergenza umanitaria.

Non intendo aggiungere molto altro, ma non riesco a spiegarmi perchè mi stupisco sempre e di nuovo, nè perchè non ci riesca a fare l'abitudine.
Mannaggia a me che non capisco come gira il mondo, o almeno l'It-alia.

1 Comments:

At 22 agosto 2007 alle ore 12:02, Blogger Maq said...

Anch'io ho visto il TG in questione e t'assicuro che anch'io ci sono rimasto secco. Avevo deciso di guardare il TG proprio per avere notizie del Perù. Lì ci sono due miei amici, che fanno parte di una associazione di cui faccio parte anch'io tirata su da una decina di ragazzi, legata al Perù, vedi sito www.umponlus.org (Un Mondo Possibile - lo so, nome non originale). Loro erano a Lima in quei giorni, li abbiamo sentiti e stanno bene. Ma la situazione è davvero critica e 500 vittime in pochi secondi sono davvero tante, troppe. Senza togliere i feriti e i senzatetto, che andranno a fare la fame sicuramente in città a Lima, metromoli di più di 8.000.000 di abitanti. E l'attenzione per una tragedia siffatta è stata davvero molto superficiale, almeno per quanto riguarda la stampa e l'informazione. Poi le associazioni e gli aiuti sono partiti subito, a quanto sembra. Il mondo si divide dunque in due, in quello che appare e in uno sotterraneo che si muove e agisce.

 

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