25/06/07

La letteratura

La letteratura è nemica dell’assoluto. La letteratura ci ricorda che il mondo è così immenso e complicato, è abitato in maniera così intricata da innumerevoli anime, che la parola “assoluto”, per quanto possa funzionare come marca di una vodka, non ha alcun senso quando si tratta di affari umani.
La letteratura ci dice, e ci ripete in continuazione, che ogni persona è l’eroe della sua propria storia; che ciascuno è la figura centrale di un dramma epico, anche se i suoi giorni e le sue notti non appaiono niente di eccezionali a chiunque altro. Fugge le generalizzazioni, le teorie e i principi.
La letteratura, se è buona letteratura, ha un centro morale e, allo stesso tempo, ci ricorda che anche chi al mondo fa del male, lo fa seguendo ragioni che per lui hanno un significato. Gli assoluti sono area di competenza di politici, soldati, preti. Un libro che piaccia a un politico, a un soldato, o a un prete, probabilmente non è un buon libro. La letteratura non sostiene impegni stabiliti. Non crede dell’autorità. Si preoccupa più degli individui che delle forze che li governano.
La letteratura esiste per contraddire i dogmi, la vergogna, gli omicidi in nome di una causa, il senso di colpa, la tirannia, il patriottismo, il consumismo, l’avidità, la fraudolenza, la celebrità, il mercenarismo, le dispute territoriali, l’ignoranza, le false comodità, la tradizione gretta, la bassa animosità, la moda, l’illusione, la delusione, il diritto divino, gli intrallazzi, ciò che è messianico, falso, banale, miserrimo, la pochezza della vita umana, gli imperativi dei governi, la perdita di ogni speranza, e la santità delle istituzioni, insieme a molte altre cose. Sebbene la letteratura si interessi profondamente al bene e al male, non pretende di immaginare che l’uno sia facilmente distinguibile dall’altro. Testimonia che ciò che è bene per qualcuno è quasi sempre male per qualcun altro.
La letteratura afferma con insistenza che nessuno è troppo strano per essere capito. Offre ciò che nessuna altra forma può offrire, la sensazione di cosa significhi essere un’altra persona. Ci accompagna mentre viviamo le nostre vite; ci rende possibile vivere in un mondo più grande.
La letteratura crede nell’amore, ma per quanto riguarda l’amore non è sentimentale. L’amore dolce, quello semplice, è materia di canzoni pop e di certi film.
La letteratura crede che la vita sia sacra, troppo sacra per venire utilizzata come moneta corrente. Quello è affare da politici.
La letteratura può credere che le nazioni debbano difendersi, ma allo stesso tempo si rifiuta di sottovalutare l’orrore dl sacrificio umano. Quello è affare da militari.
La letteratura rispetta le passioni, le convinzioni e le fedi, ma non l’omicidio. Quello è affare da fanatici.
La letteratura offre lealtà assoluta solo alla stessa umanità. Esiste per complicare il quadro. Esiste per fare domande sulla realtà. Sebbene rigetti soluzioni semplici, è per sua natura ottimista. Le persone disperate non scrivono libri. Le persone che scrivono libri credono, implicitamente, che valga la pena scrivere dell’umanità. Le persone che scrivono libri lo fanno seguendo l’assunto che, per quanto buio tutto possa apparire, ci sarà un futuro in cui i loro libri vivranno.
La letteratura dice, in definitiva, a chiunque abbia un senso dell’assoluto: Oh, stupidi umani. La vita è molto più di quanto possiate veramente capire. È per questo che la amiamo. È per questo che resiste.

Michael Cunningham

3 Comments:

At 25 giugno 2007 alle ore 17:13, Blogger Gift said...

Per dovere di cronaca, questo pezzo l'ha letto ieri sera lo stesso Cunningham alla prima serata de La Milanesiana.
Doveva cantare anche quel favoloso cantante qual è Antony, ma (aumentando i miei punti sfiga sulla tessera) ha avuto giusto l'altro ieri una LUSSAZIONE alla trachea.
Mai sentita prima d'ora. Mi dispiace un sacco per lui, era un po' in imbarazzo, ma mi dispiace ancora di più per me. La sua voce ti fa tremare le corde dell'anima.

 
At 25 giugno 2007 alle ore 17:51, Blogger laBreva said...

eterno dilemma dibattuto al lavoro, in sede d'esame universitario e ultimamente anche scambiandosi un libro tra fidanzati...
la GRANDE letteratura...
quella che mi fa avere oggi un libro sempre in tasca per leggere in ogni momento libero, poco ultimamente...

lB

 
At 26 giugno 2007 alle ore 09:35, Blogger Maq said...

Per completare in parte il quadro, da frasi trovate sui muri a Torino, che è stata nel 2006 capitale mondiale del libro con Roma:

"Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina" S.Agostino

"Ogni lettore, quando legge, legge se stesso" M.Proust

"Non c'è libro tanto cattivo che in qualche sua parte non possa giovare" Plinio il Vecchio

"Libro, quando ti chiudo apro la vita" P.Neruda

"Sono stato tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio l'ho tolta" O.Wilde

Ok, niente a che vedere con Cunningham, ma i muri parlano e vanno ascoltati.

Ma chiudo con Troisi che diceva, a modo suo, per scherzo: “Io non leggo mai perché i libri sono molti, milioni e milioni e non li raggiungo mai. E poi io sono uno a leggere, mentre loro, gli scrittori, sono milioni a scrivere: mentre io ne leggo uno, loro ne hanno scritti un milione”.

Saluti a todos.

 

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