28/09/08

Indimenticabile!

Il migliore in assoluto, nonchè l'uomo più bello e affascinante del mondo...

27/09/08

Il quadro

Il difficile, in realtà, è il quadro.
Non la cornice, non il singolo pezzo del puzzle, ma il quadro.
Di solito serve qualche passo indietro per poterlo vedere nella sua interezza.
Ma quando si è sicuri di poterlo vedere davvero? forse mai...

10/09/08

come...


pietra con acqua di fiume...
ma non ce la faccio...

01/09/08

Il camminare come filosofia

[...]
L'incedere ha sempre espresso, e sintetizzato allegoricamente, la fatica di vivere: l'appartenenza ad una specie che non può -in quanto tale- ribellarsi a ciò che le è toccato in sorte. Sempre riprendere il cammino. Per questo il camminare assunse, all'apparire della coscienza di esistere, un valore ontologico. Fu e resta la più emblematica narrazione mitica, costitutiva, della dimensione dell'essere come divenire, del percepirsi vivi, ancora attivi, disponibili a cambiare direzione basandosi soltanto sul proprio corpo. [...] In tutte le tradizioni il camminare fu dunque simbolo di un destino ineluttabile. Lungo la via si cade, ci si rialza, si torna indietro, si fanno incontri miracolosi, si è aiutati da samaritani o ingannati da demoni. [...] Tornare a passeggiare nelle città ostili o nella natura per osservare, annotare, riflettere (e nn correre a vendere o comprare) o il vagare a zonzo (peregrinando in luoghi deserti) sono modi che ci riaprono a sensazioni ed emozioni dimenticate; al più puro contatto fisico senza alcuna mediazione meccanica. Ci educhiamo a desiderare l'imprevisto, ad accettarlo, ad andargli incontro: qualunque cosa ci si pari dinanzi. Decidere di camminare affidandosi all'istinto, all'estro, a quanto può turbarci, ai dubbi dei quadrivi, è esperire con pienezza e intensità maggiori l'istante che viene.

Duccio Demetrio
La Repubblica