08/11/07

L'insostenibile leggerezza dell'essere

Suona la sveglia. Sono le 6.35. Non hai proprio nè voglia nè forza di alzarti dal letto. Ti aspetta una giornata pesante. Ti senti gli occhi gonfi.
Raccogliendo tutte le forze, ti sollevi e ti trascini stancamente alla finestra. Alzi la tapparella e....uno spettacolo! Il cielo completamente terso e azzurro, come solo d'autunno o d'inverno può capitare.
Un lampo: stare a casa e andare in montagna, o al lago, o esplorare qualche posto mai visto, farsi guidare dalla strada, andare a caso...
Prendere la macchina fotografica, andare a fissare le colorazioni delle foglie stanche sugli alberi, i riflessi dell'acqua, le sfumature dell'erba...

Resta un sogno, un desiderio.
Chissà se mi capiterà mai, un giorno, di decidere di mandare tutto all'aria per quella volta, e farlo davvero! Quanto tempo davvero ci prendiamo per fare ciò che ci piace veramente?
Però già guardare con una faccia da ebete un tramonto da film, con il sole come una palla infuocata (sembrava romantico anche Cologno Monzese) mi fa capire che nell'osservare queste piccole cose sento di essere viva, e sento di essere ancora in grado di stupirmi!