08/04/07

AMORE INFINITO

Ogni amore è infinito. Anche quelli che non durano niente, sul crinale difficilissimo della provvisorietà e dell’incertezza, prossimi a sfumare e poi sfumati: sono eterni, perché l’eternità è verticale, non si estende nel tempo ma lo inaugura. Ogni amore all’inizio è per sempre. È l’incontro, l’”attimo fuggente” che non può fermarsi perché è un attimo (anche se oggi diremmo un “attimino”, in vertigine minimale e con poca dimestichezza con il lessico), e non può essere diviso, è in sé concluso, perfetto. Un grande poeta si chiedeva dove andassero a finire i grandi amori. C’è un luogo che non è il nostro quotidiano che è la rifrazione di tutti i colori del sole. Quel luogo è come una stella, una stella cometa e la sua scia non ha fine e brilla dei colori di tutti gli amori che sono esistiti perché in ogni incontro c’è l’universo. Nella letteratura cosiddetta “rosa” c’è un aspetto di profonda sapienza che corrisponde alla messa in scena della danza della vita. Seria e tragica allo stesso tempo, ma vita. Ogni amore, come le immagini dei volti che nelle copertine di un giornale ne evocano la forma, nel dettaglio di un sorriso, di un volto, di uno stile immortalato nello spazio di una settimana, è pari agli altri perché come tutti vibra e questa vibrazione è la vita e non c’è altro. Diceva Sant’Agostino che il male non esiste. Il male è solo una perdita di tempo. Il male è la mancanza d’amore. Il male è la mancanza di vita. La guerra per esempio. Non è infinita. Continua a finire. Come la tragedia. È un’interrotta fine. Non esiste. È inesistenza che strepita.

Aldo Nove